Molto spesso le persone si trovano ad affrontare un problema giuridico in maniera improvvisa.
Questo perché hanno ricevuto un atto di citazione a comparire in tribunale e vengono chiamate a difendersi entro un termine stabilito nell’atto.
Ecco che sorge l’esigenza di predisporre la propria difesa con una certa fretta e di scegliere l’avvocato giusto da cui farsi difendere.
Ma come si sceglie un avvocato ?
Di solito si sente dire che è utile scegliere un buon avvocato, che possieda molteplici caratteristiche, per esempio che sia eloquente, rapido nell’uso della parola, determinato, addirittura aggressivo.
Queste sono virtù esteriori, che non dicono nulla sulla preparazione professionale dell’avvocato.
Rappresentano solo il suo modo di essere, il suo comportarsi, il suo modo di gestire la scena del processo orale.
L’arte oratoria pare dare grande soddisfazione al cliente, che viene circondato da un mare di parole e in tal modo si sente difeso da quella cortina di oralità, che rappresenta lo sforzo umano dell’avvocato nel tentativo di convincere il giudice, come accade tra persone comuni nella società civile.
Ma non offre vere opportunità di vincere una causa, di trovare soddisfazione alle proprie ragioni.
Questa convinzione si fonda sull’assunto per cui il giudice sarebbe solo un burattino da manovrare, una persona che non ha né occhi per vedere, né una mente per capire la verità, un soggetto da abbindolare attraverso una sorta di ubriacatura espositiva.
Nella realtà non è così.
Innanzitutto bisogna distingere i vari tipi di processo, considerando almeno le due grandi famiglie del processo penale e di quello civile.
Nel processo penale l’uso sapiente della parola pare avere un peso maggiore, nel senso che in quell’ambito l’oralità rappresenta ancora la regola e la scorrevolezza dell’esposizione rende più gradito l’ascolto e più facile la comprensione dei fatti.
Ma questo non toglie che il giudice abbia capacità sufficienti per discernere la verità al di là della forma con cui viene esposta la vicenda.
Invece il processo civile è quasi esclusivamente scritto, per cui la cosiddetta aggressività orale non ha modo di venire espressa.
In entrambi i casi quello che fa la vera differenza e dà un valore aggiunto in termini di possibilità di ottenere un risultato utile, è la preparazione dell’avvocato (la forma senza la sostanza ha vita breve e resta un vuoto esercizio senza contenuti).
La preparazione si articola sia come livello di conoscenza, sia come esperienza pratica: la somma di questi due aspetti conduce alla specializzazione.
In conclusione, per avere maggiori possibilità di vincere una causa, il cliente dovrebbe scegliere un avvocato specializzato nella materia che si affronta.
Il problema per il cliente si sposta quindi nel capire in quale settore l’avvocato sia esperto.
Tradizionalmente le persone si affidano alla fama del professionista, alle recensioni offerte da amici o familiari, al passa parola.
Nei tempi moderni questo sistema appare un po’ limitato, anche se in parte può mantenere la sua utilità.
Pare comunque molto più proficuo avvalersi dell’analisi diretta dei contenuti pubblicati dall’avvocato stesso con la pubblicazione di libri, con la partecipazione a convegni, con l’esposizione nel proprio sito internet o blog.
In particolare gli strumenti informatici offrono un sistema molto veloce per cercare di capire, almeno a grandi linee, se un avvocato è esperto o specializzato per il tipo di causa che si vuole intraprendere o in cui ci si deve difendere.
Quindi il consiglio è proprio quello di analizzare il sito o il blog dell’avvocato, per poi saggiare dal vivo la sua preparazione ed esperienza con un colloquio, che può avvenire anche con scambio di e-mail, al telefono, ovvero più tradizionalmente nel suo studio.