Talvolta però accade che il testatore non sia in ottimo stato di salute, in modo tale che non è perfettamente in grado di comprendere, decidere, discernere i propri atti volitivi.
E’ difficile distinguere quando e quanto una persona sia capace di capire il vero significato di un suo atto di volontà, di una decisione, anche se reso nella forma scritta.
La Corte di Cassazione civile, Sez. VI – 2, con ordinanza del 16-12-2016, n. 26093 si è occupata del tema, precisando quanto segue.
“In tema di annullamento del testamento, l’incapacità naturale del testatore postula l’esistenza non già di una semplice anomalia o alterazione delle facoltà psichiche ed intellettive del de cuius, bensì la prova che il soggetto sia stato privo in modo assoluto, al momento della redazione dell’atto di ultima volontà, della coscienza dei propri atti o della capacità di autodeterminarsi; prova che grava sull’attore che voglia avvalersi di tale incapacità”.