Il costo della consulenza dell’avvocato è spesso oggetto di curiosità per le persone, che possono essere preoccupate di non poterne sostenere il peso o comunque restare col dubbio se valga la pena di parlare con un professionista in una fase preliminare, prima che sia sorta una causa davanti al giudice.
Il potenziale cliente cercherà dapprima di reperire autonomamente informazioni in internet sull’argomento di suo interesse, ma spesso non sarà stato in grado di collegare tra loro tutti gli aspetti della questione e di soppesare le conseguenze giuridiche della posizione che vorrebbe assumere.
Si rende conto che il parere di un esperto del settore legale sarebbe molto utile o anche indispensabile.
Come si calcola il costo di una consulenza dell’avvocato
Il costo delle prestazioni di un avvocato sono stabilite dal Ministero della Giustizia, che approva delle tariffe che indicano sotto forma di elenco, tutte le attività tipiche dell’avvocato.
Nei tempi più recenti il termine “tariffe” è stato abbandonato in favore del più moderno concetto di “compenso” (tecnicamente si parla di “parametri ministeriali“), ma la sostanza per il cliente non cambia.
L’elenco con i costi delle singole prestazioni dell’avvocato è suddiviso principalmente per scaglioni di valore e di tipologia di processo.
La regola che si coglie è che più aumenta il valore della questione (o della causa), più aumenta il costo dell’avvocato.
Il costo della consulenza nelle tariffe del ministero
Il costo della consulenza dell’avvocato non è indicato con parole immediatamente comprensibili dai clienti, perché nelle vigenti tariffe ministeriali non viene indicata una simile voce di costo.
Questo perché il Ministero ha inteso semplificare le precedenti tariffe, che comprendevano una lista sconfinata di voci di costo per ogni singola attività e per ogni sua sottospecie o fase parziale. Il vecchio meccanismo era poco comprensibile dai clienti e appensativa anche il cacolo del preventivo o della parcella finale da parte dell’avvocato.
Per tale motivo il legislatore ha tentato di semplificare la vecchie tariffe raggruppando molte voci che prima erano autonome, facendole confluire nel concetto della suddivisione del processo per fasi.
Le attività che non rientrano nella fase del processo sono state assorbite genericamente nella voce di costo “fase stragiudiziale”, con i pregi o i difetti di una tale semplificazione.
Il costo di una consulenza rientra proprio in tale fase stragiudiziale.
Il problema è che non viene indicata una voce di costo solo per l’attività di consulenza, ma una singola macro voce che include anche tutte le altre prestazioni tipiche della fase stragiudiziale, che di solito si sviluppa nelle attività successive alla consulenza, quali la redazione di pareri, di diffide, la conduzione di trattative con la controparte, l’eventuale accordo finale.
Pertanto si arriva all’assurdo per cui l’avvocato, per una consulenza, potrebbe in linea teorica chiedere l’intero costo previsto dai parametri ministeriali per la fase stragiudiziale, aggravando notevolmente la posizione del cliente.
Ovviamente nella pratica il buon senso, che è tipico degli operatori del settore legale, induce ad applicare dei correttivi rispetto alle sviste del legislatore.
Come sapere in concreto il costo della consulenza dell’avvocato
In base alle premesse sopra esposte, si intuisce che il cliente che voglia conoscere il costo di una consulenza legale dovrà chiedere di volta in volta, al singolo avvocato di suo interesse, la tariffa che ritiene di applicare alla questione che gli sarà sottoposta.
Il cliente dovrà pertanto inviare all’avvocato una richiesta di preventivo.
Il cliente dovrà indicare all’avvocato gli elementi essenziali della questione legale, in particolare il valore della domanda.
Nei casi in cui il valore della questione non sia facilmente individuabile, il cliente lo farà presente e sarà cura dell’avvocato applicare una tariffa che sarà adeguata alla complessità delle domande o della materia, nonché al grado di approfondimento richiesto (una materia o questione specialistica ha un costo maggiore rispetto a una ordinaria).
Come chiedere il costo della consulenza all’avvocato
Il cliente ha interesse a conoscere con estrema rapidità il costo della consulenza che gli verrà richiesto, per cui preferirà senz’altro conoscere l’importo attraverso il sito internet dello studio legale, piuttosto che attraverso una telefonata o un colloquio di persona.
Anche un avvocato moderno di solito preferisce la modalità di comunicazione offerta dal sito internet, che gli premette di risparmiare molto tempo e di standardizzare la sua offerta di collaborazione.
Quindi il consiglio è quello di cercare in internet un avvocato che, attraverso il proprio sito, manifesti sia una certa conoscenza o esperienza nella materia di interesse, sia le tariffe con il costo della sua consulenza.
Esiste un costo della consulenza a tempo ?
L’avvocato può anche prevedere un sistema di tariffazione diverso da quello del Ministero, ad esempio la tariffazione a tempo.
In tal caso la scelta non può essere imposta, essendo necessario l’accordo col cliente.
Gli studi legali di maggior prestigio, specie all’estero, o semplicemente quelli più moderni adottano da tempo una tale forma di costo per la consulenza.
I vantaggi del costo in base al tempo del colloquio sono:
- l’immediata comprensione per il cliente;
- la facilità del calcolo (sia per il cliente, sia per l’avvocato);
- la sua intrinseca equità (l’unità di misura è uguale per tutti).